Messa in sicurezza affilatrice

Macchine molto particolari dove l’operatore deve assolutamente avvicinare le mani agli organi in movimento e come in molti altri casi rimane sempre il rischio residuo, ma si devono valutare le circostanze, ad esempio:

  • il lancio di scorie di lavorazione
  • l’arresto immediato dal momento in cui viene premuto il pulsante di stop e quello di emergenza
  • l’illuminazione supplementare della macchina richiesto dal punto 7.1 allegato V del D.Lgs. n.81/2008
  • un impianto di comando in bassa tensione
  • un tipo di comando necessario
  • eliminare parti attive con comandi di potenza diretti.

Sebbene possa sembrare un macchinario semplice molto spesso sono gli adeguamenti più complessi.

Messa in sicurezza calandra per lamiere

Macchina molto particolare utilizzata in vari modi e quindi i sistemi di sicurezza sono valutati per ogni modalità di utilizzo. Installando le barriere optoelettroniche Sick con funzioni di blanking si può lavorare e produrre in sicurezza senza alterare i tempi di produzione.

Messa in sicurezza fresatrice

Le fresatrici possono essere utilizzate in attrezzeria o in ciclo di produzione con pezzi in lavorazione quasi sempre delle stesse dimensioni. A seconda del tipo di utilizzo vengono installati ripari standard o personalizzati contro la proiezione di trucioli o schizzi di liquidi refrigeranti. Viene prestata una particolare attenzione contro l’ingresso accidentale di personale non addetto che potrebbe involontariamente entrare in zone a rischio (tavola porta-pezzi automatica) perimetrando lateralmente la macchina pur consentendo accessi interbloccati. Ovviamente le barriere laterali e/o posteriori sono poste a distanza tale da evitare zone di schiacciamento del corpo.

Messa in sicurezza mola

Macchina standard che a ns. avviso continuerà a essere motivo di contestazione in quanto, nonostante l’introduzione della nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE, il mercato offre prodotti di questo tipo non in linea con le norme UNI EN di riferimento e di conseguenza il loro adeguamento le rende “inconvenienti”. Le immagini rappresentate mostrano:

  • un quadro certificato conforme alla norma UNI EN 60204-1 completo di dispositivo di frenatura elettronico, dispositivi di protezione contro i corto circuiti, i sovraccarichi, i comandi in bassa tensione, sezionamento interbloccato con la portella di accesso, pulsante di emergenza conforme alla norma UNI EN 13850
  • Schermi di protezione orientabili contro il lancio di scorie.
  • Illuminazione supplementare come previsto nel punti 7.1 allegato V del D.Lgs.81/2008. I danni che può causare una semplice mola sono dovuti a due cause principali:
    • la mancanza di bloccaggio del basamento della mola a terra (se del tipo con colonna) o al banco
    • il rispetto della distanza tra il poggia pezzi e il disco o mola la quale non deve superare più di 2 mm..

Questo aspetto rientra nelle prescrizioni richiamate dagli art.36 e 37 del D.Lgs. 81/2008 in materia di manutenzione che viene molto spesso trascurata.

Messa in sicurezza pressa oleodinamica

Come tutte le pressa il rischio è molto elevato e si tratta di schiacciamento e/o cesoiamento degli organi superiori, determinando gravi infortuni con postumi permanenti. Nella fattispecie in foto si tratta di una pressa oleodinamica ove il movimento è ottenuto da un fluido (olio idraulico) immesso nel pistone da una centralina. Generalmente questo tipo di pressa sono molto lente e ci consentono di ottenere distanze abbastanza ridotte tra una barriera optoelettronica e il punto di schiacciamento. La pressa rappresentata è stata totalmente adeguata. Inizialmente era manuale con leva diretta e comandata da una sola mano ma in seguito trasformata in automatico con modifiche all’impianto oleodinamico con valvole di blocco e limitatori di pressione.

Messa in sicurezza pressa piegatrice

Pressa piegatrice degli anni ’50 antecedente addirittura al D.P.R. 547/55. Ricondizionata totalmente e coperta da certificato di idoneità all’allegato V del D.Lgs. 81/2008.

La barriera optoelettronica della Sick installata e messa a protezione del fronte lavorativo è configurata con funzioni di blanking mobile con la possibilità di non vedere la lamiera per tutta la durata della piegatura. Ovviamente sono state ottemperate tutte le prescrizioni relative alla norma tecnica specifica con il rifacimento totale di tutto il bordo macchina e con un nuovo quadro comando certificato secondo norme UNI EN 60204-1.

Messa in sicurezza tornio

Tornio 75CC TP06. Macchina costruita prima della nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE con Marcatura CE 98/37/CE.

In moltissimi casi, come quello rappresentato in foto, si tratta di un tornio da Marchio CE che purtroppo fino all’adozione della nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE non era certo sinonimo di macchina sicura. Sebbene navigando nella scheda di conformità al D.Lgs.81/2008 di macchina usata riportato nel manuale applicativo della Direttiva Macchine 2006/42/CE risulti essere abbastanza tortuoso alla fine, sussiste l’obbligo di osservare tutte le prescrizioni riportate sulla norma tecnica specifica UNI EN 12840.

Messa in sicurezza tornio CNC Torgim

Messa in sicurezza trapano a bandiera

Macchina standard molto spesso ingiustamente sottovalutate per la gravità del danno che possono causare circa un uso improprio, ad esempio:

  • mancanza di bloccaggio del pezzo sul piano
  • basamento non fissato a terra
  • comando diretto su parti elettriche di potenza alla tensione nominale 380/220V
  • inerzia di rallentamento troppo elevata dopo l’arresto
  • facile eludibilità del finecorsa non idoneo posto nel riparo mobile (cinghie)
  • lancio di trucioli da lavorazione
  • mancanza di illuminazione supplementare come richiesto al punto 7.1 allegato V del D.Lgs. 81/2008.

Anche in questo caso le macchine che sembrano tra le più comuni necessitano di interventi molto spesso trascurati.

Messa in sicurezza trapano a colonna

Macchina standard molto spesso ingiustamente sottovalutate per la gravità del danno che possono causare circa un uso improprio, ad esempio:

  • mancanza di bloccaggio del pezzo sul piano
  • basamento non fissato a terra
  • comando diretto su parti elettriche di potenza alla tensione nominale 380/220V
  • inerzia di rallentamento troppo elevata dopo l’arresto
  • facile eludibilità del finecorsa non idoneo posto nel riparo mobile (cinghie)
  • lancio di trucioli da lavorazione
  • mancanza di illuminazione supplementare come richiesto al punto 7.1 allegato V del D.Lgs. 81/2008.

Anche in questo caso le macchine che sembrano tra le più comuni necessitano di interventi molto spesso trascurati.